Qui spieghiamo in dettaglio alcuni termini e acronimi presenti in quest'area dedicata ai BES.
Sindrome da deficit di attenzione e iperattività: è un disturbo del comportamento caratterizzato da inattenzione, impulsività e iperattività motoria che rende difficoltoso, e in alcuni casi impedisce, il normale sviluppo e integrazione sociale dei bambini.
Il termine automatismo esprime “la stabilizzazione di un processo automatico caratterizzato da un adeguato livello di velocità e accuratezza” (Stella, 2001).
Leggere, scrivere sono generalmente dei processi automatici: sono atti così semplici che risulta difficile comprendere la fatica di un soggetto dislessico.
Il controllo consapevole e volontario su un’attività che dovrebbe essere automatica richiede, infatti, allo studente con BES un notevole dispendio di energia mentale, che viene in questo modo distolta dai processi cognitivi superiori.
Egli può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue energie, perciò si stanca rapidamente, commette errori e rimane indietro.
È una metodologia per rispondere a quesiti relativi all’efficacia, ai rischi e alle applicazioni cliniche di interventi biomedici o di sanità pubblica.
Si realizza attraverso la produzione di rapporti di valutazione della letteratura scientifica perdefinire lo “stato dell’arte” rispetto ad uno specifico problema assistenziale; attraverso un percorso in cui le informazioni scientifiche vengono valutate e discusse da una “Giuria”, composta non solo da professionisti sanitari, ma anche da altre componenti professionali e sociali.
Dal 2006/2007 ad oggi, le maggiori associazioni italiane di professionisti che si occupano di disturbi dell'apprendimento si sono più volte riunite nella Consensus Conference per fare il punto della situazione sui Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA).
Frutto di questo incontro sono le Raccomandazioni per la pratica clinica sui DSA.
http://www.aiditalia.org/it/consensus_conference.htm
Le certificazioni diagnostiche di DSA devono essere effettuate da un’équipe multidisciplinare costituita da neuropsichiatri infantili, psicologi, logopedisti, (eventualmente integrata da altri professionisti sanitari e modulabile in base alle fasce di età), appartenenti a strutture:
La diagnosi di DSA non deve superare, all’atto della presentazione in un’istituzione scolastica, i tre anni dalla data del rilascio.
Secondo l’Accordo Stato/Regioni/Province autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)”, 25.07.2012, i profili funzionali contenuti nelle relazioni diagnostiche dovranno essere aggiornati di norma:
«Il sistema educativo di istruzione e di formazione si articolanella Scuola dell’infanzia, in un primo ciclo che comprende la Scuola primaria ela Scuola secondaria di primo grado(ex-scuola media),e in un secondo cicloche comprende ilsistemadei licei e il sistema dell’istruzione e della formazione professionale». (Delega al Governo per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale, Art. 2).
Immersione linguistica: un approccio sviluppato sin dagli anni sessanta per potenziare l'insegnamento/apprendimento di una seconda lingua, utilizzandola come veicolo per l'apprendimento di altri contenuti. Nelle scuole che usano il CLIL, una o più discipline vengono apprese impiegando una seconda lingua, diversa da quella materna.
Gli studenti vengono "immersi" nella seconda lingua e la utilizzano sia per apprendere scienze, storia, geografia e/o altre discipline sia per seguire percorsi interdisciplinari.
Ente pubblico nazionale italiano, sottoposto alla vigilanza del MIUR, che ha il compito di svolgere, promuovere, diffondere e valorizzare attività di ricerca scientifica/tecnologica nei principali settori della conoscenza per lo sviluppo scientifico e tecnologico, economico e sociale.
Coesistenza in uno stesso individuo di due (o più) patologie diverse.
Una caratteristica rilevante nei BES è la comorbilità.
È frequente, infatti, accertarela compresenza nello stesso soggetto di più Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) o la compresenza di disturbi neuropsicologici (come l’ADHD, disturbo dell’attenzione con iperattività) e psicopatologici (ansia, depressione e disturbi della condotta).
Con «disturbo specifico della compitazione» in campo medico si identifica uno dei più comuni Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA): la disortografia (indicata dall’OMS con la sigla F81.1).
«Si precisa che si intendono come equivalenti i seguenti termini: [...] disortografia e disturbo specifico della compitazione; [...]» (Documento definitivo della Consensus Conference, p. 17).
Centri individuati dal MIUR per venire incontro alle diverse situazioni di disabilità su tutto il territorio nazionale.
Tale rete, distribuita uniformemente su tutto il territorio italiano, offre consulenze e formazione a insegnanti, genitori e alunni sul tema delle tecnologie applicate a favore degli alunni con disabilità e/o difficoltà di apprendimento.
Capacità di trasformare una sequenza ordinata di segni grafici nei suoni corrispondenti, denominando, alla fine, le parole in modo corretto e veloce, «ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura».
Capacità di discriminare correttamente i grafemi (della parola o del testo scritto).
Difficoltà di decodifica, scarsa discriminazione di grafemi:
Difficoltà di decodifica sequenziale
Leggere richiede al lettore di procedere con lo sguardo in direzione sinistra - destra e dall’alto in basso; tale processo appare complicato per tutti gli individui nelle fasi iniziali di apprendimento della lettura, ma, con l’affinarsi della tecnica e con l’uso della componente intuitiva, la difficoltà diminuisce gradualmente fino a scomparire.
Il soggetto dislessico manifesta difficoltà nella decodifica sequenziale, per cui effettua molto frequentemente i seguenti errori:
Diminuzione dell’attività funzionale, o insufficienza, che abbia rapporto con uno o più organi di senso.
I DSA si manifestano in assenza di deficit sensoriali.
Viene stilata, non prima della fine del secondo anno di scuola primaria, da specialisti sanitari esperti (neuropsichiatri, psicologi), mediante specifici test che seguono due criteri di esclusione e di discrepanza.
Il criterio di esclusione prevede che vengano esclusi deficit sensoriali (vista o udito), ritardo cognitivo (il Quoziente Intellettivo deve attestarsi nella norma), disturbi affettivi primari (apparsi prima della scolarizzazione) e che il bambino/ragazzo abbia frequentato regolarmente la scuola.
Il criterio di discrepanza significa che le potenzialità del bambino non corrispondono ai risultati che dovrebbe ottenere a scuola.
Si intende la disabilità “ufficiale”, certificata in Italia in base alla legge104/1992, che individua la Diagnosi Funzione (DF), il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e il Piano Educativo Individualizzato (PEI) come strumenti necessari alla effettiva integrazione degli alunni con disabilità.
Tali documenti, redatti in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale, hanno lo scopo di riscontrare le potenzialità funzionali dell’alunno con disabilità e sulla base di queste costruire adeguati percorsi di autonomia, di socializzazione e di apprendimento.
La discalculia è un disturbo specifico di apprendimento che ostacola quelle operazioni che, dopo un periodo di esercizio, tutti i bambini svolgono automaticamente.
La discalculia è un deficit del sistema di elaborazione dei numerie/o del calcolo. L’alunno può:
Quando essa è associata a dislessia il recupero del disturbo del calcolo è ancora più difficile.
Disturbi neurologici evolutivi che entrano nella classificazione DSM-IV dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che vengono diagnosticati se i risultati ottenuti in test standardizzati su lettura, espressione scritta, comprensione o calcolo sono significativamente sotto al livello previsto per età, istruzione e intelligenza.
«Si tratta di disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. Essi infatti interessano le competenze strumentali degli apprendimenti scolastici. Sulla base del deficit funzionale vengono comunemente distinte le seguenti condizioni cliniche:
Le disfunzioni neurobiologiche alla base dei disturbi interferiscono con il normale processo di acquisizione della lettura, della scrittura e del calcolo. I fattori ambientali rappresentati dalla scuola, dall’ambiente familiare e dal contesto sociale si intrecciano con quelli neurobiologici e contribuiscono a determinare il fenotipo del disturbo e un maggiore o minore disadattamento».
(Documento definitivo della Consensus Conference, p. 7).
Ogni anno, in prossimità degli esami, vengono emanate ordinanze ministeriali e/o circolari che danno indicazioni precise sulle procedure di esame per gli studenti di fine primo ciclo, tutte nel rispetto della normativa vigente sui DSA e del Regolamento della Valutazione (DPR 122/2009)
In sintesi i suggerimentiper gli studenti con DSA:
Il gruppo ha come compito quello di occuparsi delle problematiche relative gli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES): disabili, con disturbi evolutivi specifici, stranieri, alunni dell’area dello svantaggio socio-economico-culturale.
Il GLI d’Istituto è composto da:
All’inizio di ogni anno scolastico il GLI:
Al termine dell’anno scolastico, il Collegio docenti procede alla verifica dei risultati raggiunti.
Classificazione, proposta dall’OMS, che risponde all’esigenza di cogliere la causa delle patologie, fornendo per ogni sindrome e disturbo una descrizione delle principali caratteristiche cliniche ed indicazioni diagnostiche.
È la decima revisione della classificazione ICD, ossia la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, proposta dall'OMS.
Classificazione internazionale che vuole descrivere, con un linguaggio standard ed unificato, lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo), per cogliere le difficoltà che possono causare disabilità.
Tramite l’ICF si vuole descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l’individuo non solo come persona avente malattie o disabilità, ma soprattutto per la sua unicità e globalità.
Diritto allo studio di tutti.
Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sulla strada del miglioramento organizzativo, perché nessun alunno si senta non accolto e possa essere veramente protagonista di una vita scolastica e sociale collettiva.
È un istituto di ricerca con personalità giuridica, che si deve occupare della valutazione del sistema scolastico italiano (sotto il patrocinio del Ministero dell'Istruzione) attraverso:
La mappa è uno strumento di rappresentazione del pensiero utilizzabile dalla primaria fino all’università.
Dovrebbe essere uno strumento personale, che ciascuno impara e poi crea a modo suo.
Le mappe possono rappresentare un ottimo ausilio per molti studenti dislessici, perché consentono di afferrare i concetti e di scriverli senza troppi riferimenti alla grammatica o all’ortografia, combinando logica, figure, colore e parole.
Molti ragazzi che hanno un DSA hanno anche un deficit a livello della memoria di lavoro.
Studi recenti hanno evidenziato il ruolo importante della memoria di lavoro, considerata un sistema per il mantenimento e per la manipolazione dell’informazione durante l’esecuzione di compiti cognitivi come la comprensione ,l’apprendimento e il ragionamento.
Tipico compito della memoria di lavoro è quello di recuperare dalla memoria a lungo termine una formula/regola, mantenerla per un breve periodo in una delle memorie a breve termine (verbale o visuo-spaziale) e applicarla al caso in questione.
Il ragazzo con danni nella memoria di lavoro spesso fallisce in classe perchè il carico per lui è eccessivo; così diventa disattento, ma solo perchè dimentica quello che deve fare.
Indicano tutto ciò che i singoli docenti, dopo un’attenta interpretazione della diagnosi, non devono pretendere dallo studente con BES.
Sono interventi che consentono allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose.
Ad esempio: la limitazione o l’eliminazione della lettura ad alta voce o del prendere appunti i classe!
Le misure dispensative non violano l’imparzialità, ma mettono lo studente con BES sullo stesso piano dei suoi compagni.
Agenzia specializzata dell'ONU per la salute intesa come condizione di benessere fisico, mentale e sociale, e non soltanto come assenza di malattia o di infermità.
La C.M. n. 8 del 6/03/2013 prevede che il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) di ciascuna istituzione scolastica elabori una “proposta di Piano Annuale per l’Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico. A tale scopo, il Gruppo procederà ad un’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolasticaoperati nell’anno appena trascorso […]."
Il PAI è lo strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo.
In esso sono contenute le linee guida per un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su una attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento da perseguire negli ambiti dell’insegnamento curricolare, della gestione delle classi, dell’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici, delle relazioni tra docenti, alunni e famiglie." (Nota Stellaci, del 27 giugno 2013)
Documento stilato dal Consiglio di classe, secondo quanto previsto dalle Linee guida sui DSA del luglio 2011, per realizzare il progetto didattico di intervento nei confronti dell’alunno con DSA.
Può essere considerato un “contratto” tra famiglia, scuola e sanità. Deve contenere sia la descrizione delle difficoltà accertate, sia le modalità e gli strumenti che si intendono adottare per superarle e realizzare il successo scolastico degli studenti con BES, sia i punti di forza del ragazzo.
Documento (redatto congiuntamente dagli operatori sanitari e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola, in collaborazione con i genitori dell'alunno) nel quale vengono descritti gli interventi individualizzati, integrati ed equilibrati tra di loro, predisposti per l'alunno in situazione di handicap, in un determinato periodo di tempo, ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione.
Il Piano dell'Offerta Formativa è un atto pubblico previsto dalla legge italiana che presenta le scelte pedagogiche, organizzative e gestionali, di una Istituzione Scolastica, esplicitando le finalità educative, gli obiettivi generali relativi alle varie attività didattiche e le risorse previste per realizzarli.
Il POF interessa tutti i vari campi dell’offerta formativa e viene elaborato e aggiornato di norma ogni anno, in base alle caratteristiche scolastiche, sociali, culturali e demografiche del contesto di appartenenza della scuola.
È il primo segmento in cui si compie il diritto-dovere all’istruzione.
Il Decreto legislativo 23/01/2004 definisce l’articolazione del primo ciclo di istruzione:
Il primo ciclo di istruzione si conclude con l’esame di Stato.
Nominato dal Dirigente Scolastico, è un insegnante che conosce la normativa e ha frequentato corsi di formazione sui BES per mettere la sua esperienza al servizio dei colleghi.
Ricopre un ruolo molto delicato di “cerniera” tra il Consiglio di Classe e la famiglia, i tecnici e il ragazzo stesso.
"Con il termine screening si intende una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo sulla base della presenza di un segno critico selezionato in precedenza (test predittivo). (…) … di individuare, con buon livello di attendibilità, i soggetti a rischio di un determinato disturbo. Non si tratta di effettuare una diagnosi, ma piuttosto di indirizzare ad uno studio diagnostico una popolazione che presenta alcuni indici caratterizzanti. Per essere efficace un test di screening deve essere semplice, rapido da somministrare e poco costoso, sia in termini di strumentazione che di impiego di risorse specialistiche.'"
(A.Paoletti, G.Stella, Indici qualitativi di rischio negli screening sui disturbi specifici di apprendimento, "Dislessia ,vol. I, gennaio 2008)
Con l’istituzione del SNV di tutte le scuole, pubbliche e non, l’Italia si allinea con gli altri Paesi Europei sul versante della valutazione dei sistemi formativi pubblici.
Esso, infatti, ha lo scopo di:
La Legge 170/2010 richiama le istituzioni scolastiche all’obbligo di garantire «l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere».
«Gli STRUMENTI COMPENSATIVI sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria. Fra i più noti indichiamo:
Tali strumenti sollevano l’alunno o lo studente con BES da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo. (…)
L’informatica (computer e software applicativi) è lo strumento che meglio consente di trasformare tutto il materiale cartaceo in orale ed è per questo che è potenzialmente il mezzo migliore per veicolare l’autonomia dei ragazzi con BES, bypassando il problema specifico nella letto-scrittura.
«Si definisce “trattamento” l’insieme delle azioni dirette ad aumentare l’efficienza di un processo alterato. È gestito da un professionista sanitario, ha caratteristiche di specificità sia per gli obiettivi a cui si indirizza, sia per le caratteristiche metodologiche e le modalità di erogazione».(Consensus Conference ,Bologna 2011, p. 27).
• TRATTAMENTO ABILITATIVO:
L’abilitazione è l’insieme degli interventi volti a favorire l’acquisizione, il normale sviluppo e l’utilizzo funzionale dei contenuti di apprendimento scolastico (lettura, scrittura, calcolo ecc.).
L’abilitazione è da intendersi come un insieme di interventi di tipo pedagogico-educativi in senso lato,che servono al soggetto per accedere ad un insieme di abilità che possono incidere positivamente nella sua qualità di vita.
• TRATTAMENTO RIABILITATIVO:
La riabilitazione è «un processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle scelte operative» (LG Riabilitazione Nazionali GU 124 30.5.1998, Ministero della Sanità).
È un intervento attraverso il quale si ripristinano abilità precedentemente acquisite o presenti nel repertorio comportamentale della persona.
La riabilitazione si pone, infatti, come obiettivo la possibilità di reperire formule facilitanti e/o alternative per la promozione dello sviluppo di una competenza non comparsa, rallentata o atipica.